20 Apr Il prosecco della tradizione: disputa tra prosecco tranquillo e prosecco colfondo
Anni or sono nelle osterie della pedemontana trevigiana gli avventori, tra una mano di scopa e l’altra, sorseggiavano il Prosecco in versione “ferma”. Successivamente, grazie alle lune amiche, il palato fu gratificato dal Prosecco rifermentato in bottiglia, contraddistinto dai lieviti depositati sul fondo, nato per caso nelle famiglie contadine che, imbottigliando qualche bottiglia in primavera, le ritrovarono frizzanti in estate.
Dialogando con qualche produttore della zona DOCG Conegliano-Valdobbiadene, mi sono reso conto che esistono due correnti di pensiero. C’è infatti chi sostiene essere il Prosecco tranquillo l’alfiere della tradizione, in quanto prima espressione della Glera “spremuta”. Qualcun altro, invece, ritiene che il Prosecco Colfòndo rappresenti l’espressione che maggiormente incarni tali caratteristiche.
Personalmente ritengo entrambe le tipologie degne di ergersi a rappresentanti della primordialità del vitigno Glera.
Il Prosecco tranquillo o “fermo” sta scontando le leggi del mercato: tante aziende vinicole l’hanno tolto dalla gamma produttiva ed è assai raro trovarlo in mescita presso le osterie di Treviso e provincia.
Il Prosecco Colfòndo è stato rivalutato negli ultimi anni: sempre più cantine hanno deciso di proporlo, mentre i locali pubblici cercano di contemperare moda e oggettive difficoltà legate alla torbidità intrinseca, non confacente a tutti gli “avventori”.